Buoni e Giusti, la campagna Coop per l’etica del cibo
|Ci sono ombre sul cibo che si allungano anche sulle nostre tavole. Succede quando l’impresa “cattiva” scaccia quella buona, quando la ricerca del prezzo più basso possibile fa a pugni con i diritti delle persone. E allora in tavola portiamo alimenti che arrivano da una filiera di illegalità, di sfruttamento, di violazione dei diritti, dove i rischi di portare in tavola truffe e sofisticazioni è altissimo. Le filiere sporche, dicono gli ultimi dati interessano qualcosa come 400.000 lavoratori, nell’80% dei casi sono stranieri. Scegliere il cibo “per bene” è quindi fondamentale per arginare un’emergenza sociale drammatica. È da qui che prende le mosse la campagna Buoni e Giusti Coop.
Come si fa?
Coop ha individuato 13 filiere ortofrutticole più esposte ai rischi di illegalità e dove più frequentemente emergono episodi di sfruttamento dei lavoratori. agrumi, fragole, pomodoro, meloni, angurie, uva, patate novelle e altri 5 ortaggi di largo consumo. Con una pianificazione degli interventi che tiene conto della stagionalità partiranno i controlli sulla filiera. A tutti i fornitori Coop ha chiesto di sottoscrivere l’adesione ai principi del Codice Etico che contempla il rispetto dei diritti dei lavoratori e prevede l’esecuzione di un piano di controlli, cui il fornitore deve sottostare se non vuole essere escluso dal circuito Coop.
Si parte con gli agrumi
La filiera di clementine e arance Navel sarà controllata dagli auditor di Bureau Veritas, leader a livello mondiale nei servizi di ispezione, di verifica di conformità e di certificazione. I primi dati ci sono già: su tre regioni – Calabria, Sicilia e Puglia- dove sono stati controllati tutti i fornitori Coop e un terzo delle aziende agricole non c’è stata nessuna segnalazione di violazioni gravi: niente caporalato, lavoro nero o casi di discriminazione. sono state invece individuate problematiche relative a norme di sicurezza disattese su cui è stato chiesto un pronto intervento. I prossimi controlli riguarderanno le fragole e il pomodoro ciliegino.
Un marchio per le aziende agricole pulite
Controlli ma anche disponibilità ad iscriversi alla Rete del Lavoro Agricolo di Qualità. È l’altro binario su cui si muove la campagna Buoni e Giusti Coop. Non un semplice invito alle 7.200 aziende agricole dei prodotti a marchio Coop, ma l’impegno ad aderire, ad iscriversi alla Rete del Lavoro Agricolo di Qualità. Questa iscrizione attesta di essere un’azienda pulita, in regola con le leggi e i contratti di lavoro, non aver riportato condanne penali e non avere procedimenti in corso. Ma è una procedura complessa che sta ostacolando l’adesione massiccia, per questo Coop chiede al Governo di semplificare.
Attenzione ai prezzi
Prezzi troppo bassi nel settore ortofrutticolo, sono spesso un indicatore dell’illegalità. Si possono trovare le soluzioni, perché sia i consumatori sia i produttori abbiano il giusto prezzo non quello più basso del mercato che in certe filiere nasconde l’illegalità. Abbattere i costi intermedi e logistici – che pesano quasi il 40% sul prezzo finale – favorire l’organizzazione e l’aggregazione dei produttori, è la strada buona e giusta per coniugare etica ed economia.
Una legge contro il caporalato
C’è un disegno di legge al Senato che va discusso al più presto. «Le cooperative possono fare molto per contrastare i fenomeni di caporalato dice Stefano Bassi Presidente di Ancc – Coop (Associazione di Consumatori a marchio Coop) lavorando sia sulla deterrenza del fenomeno sia sulla prevenzione, ma non può essere sola su un tema che è per sua stessa complessità demandato a un controllo da parte delle istituzioni pubbliche».