Fast Food, abolite la carne agli ormoni

Cresce la preoccupazione per la resistenza agli antibiotici indotta da un consumo eccessivo di carni provenienti da animali da allevamento trattati con antibiotici. L’allarme dell’OMS (Organizzazione mondiale per la sanità) è stato accolto dalle principali associazioni mondiali dei consumatori che hanno avviato una campagna di sensibilizzazione rivolta alle catene di fast food perché aboliscano l’impiego di queste carni.

Anche l’associazione di consumatori Altroconsumo aderisce alla campagna di Consumers International e ha chiesto a Autogrill, Burger King, McDonald’s e KFC di formalizzare questo impegno per la salute dei cittadini.

Con una lettera  inviata dall’organizzazione alle catene di ristorazione, Altroconsumo ha proposto di “cambiare le proprie politiche nazionali e internazionali  invitandole a definire un piano d’azione per eliminare gradualmente le forniture di carni da allevamenti che utilizzano in maniera massiva antibiotici”.
L’antibiotico resistenza è in aumento e ha raggiunto livelli pericolosamente alti in tutte le parti del mondo. “Senza un’azione urgente – spiega Altroconsumo – ci dirigeremo verso un’era post-antibiotica nella quale comuni infezioni o piccole ferite diventeranno un problema serio per i consumatori”.
Circa la metà degli antibiotici prodotti a livello globale sono utilizzati in agricoltura, il loro uso aumenterà di due terzi entro il 2030: da 63.200 tonnellate nel 2010, a 105.600 tonnellate nel 2030.

“Anche l’ultima inchiesta di Altroconsumo parla chiaro” – dichiara Franca Braga, responsabile settore salute e alimentazione dell’organizzazione – “nell’84% dei 45 campioni di carne di pollo acquistata erano presenti batteri resistenti agli antibiotici. Un pericolo non immediato, ma un segnale del serio problema che dobbiamo affrontare per non arrivare impreparati al giorno in cui farmaci fondamentali, come gli antibiotici, non funzioneranno più”.

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