Covid: tamponi per tutti?

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150mila tamponi al giorno, tanti sono quelli che il sistema sanitario pubblico e privato riesce a fare in questo momento. A febbraio erano 10mila. Permettono di verificare la positività al Covid-19. Servono per tutti? La risposta è no. Lo spiega Pierangelo Clerici presidente dei microbiologi italiani nell’unità di crisi anti-covid della Regione Lombardia e direttore del Dipartimento di Medicina di Laboratorio e Biotecnologie Diagnostiche dell’ospedale di Legnano in provincia di Milano.

Allarme pronto soccorso

Nel suo ospedale è attivo un drive in test per fare il tampone a potenziali malati, ma gli effetti della curva esponenziale nei contagi dell’ultima settimana, ha creato un effetto panico che rischia di mettere di nuovo in crisi gli ospedali italiani: «E non perché i malati gravi siano tanti, almeno non al momento» spiega il professore, «visto che l’età media dei contagi in questo momento è più bassa di quella che aveva colpito a marzo, ma perché chi ha sintomi influenzali non trova risposte dal proprio medico di base e si rivolge al pronto soccorso». Inevitabile quindi il congestionamento delle strutture, il rischio di contagio per quanti entrano direttamente nei reparti nonostante le misure di sicurezza adottate, e inevitabile la pressione sui medici che – con organici sempre risicati – non possono fare le diagnosi con la tempistica richiesta dai numeri.

Medici di base, sveglia!

Se non si attiva rapidamente un filtro della medicina di base, siano le Usca (unità mobili di sanitari anti-covid che visitano i pazienti a domicilio e fanno i tamponi) o strutture alberghiere per favorire la quarantena laddove sono i nuclei famigliari il veicolo di contagio, difficile immaginare che gli ospedali possano fare – al meglio – il lavoro lavoro e cioè occuparsi anche degli altri malati.

Molecolari o antigenici quando servono

Il sistema non è rimasto indietro, al contrario. Già a marzo sono state fatte gare per acquistare macchinari e reagenti in grado di sostenere la richiesta sempre crescente di tamponi. Ma per i tamponi molecolari – gli unici in grado di confermare un sospetto di positività – serve una struttura più “pesante” di quella necessaria per i tamponi antigenici ovvero rapidi. Che stanno arrivando. L’ultima gara da 5 milioni di test consegnerà alle Regioni tamponi rapidi da destinare alle scuole. Ma serve il personale sanitario – che manca – e gli intoppi quando i cittadini devono avere la risposta al test non mancano a cominciare dall’accesso al fascicolo elettronico del cittadino. Uno strumento di identità digitale indispensabile ma di difficile accesso.

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