Latte e derivati: in etichetta il made in Italy
|L’Unione Europea ha detto sì. L’Italia è stata autorizzata a indicare in etichetta l’origine obbligatoria per il latte e i prodotti lattiero-caseari. Un provvedimento fortemente sostenuto da Coldiretti e richiesto dagli italiani che hanno partecipato alla consultazione pubblica online del Ministero delle Politiche agricole, e che ritengono molto importante che l’etichetta riporti il Paese d’origine del latte fresco (95% dei consumatori) e dei prodotti lattiero-caseari quali yogurt (90%) e formaggi (84%), mentre per oltre il 76% lo ritiene importante per il latte a lunga conservazione. Ma cosa cambierà?
Etichetta trasparente
Il provvedimento – che potrebbe entrare in vigore già dal prossimo mese di gennaio – prevede l’indicazione obbligatoria dell’origine del latte e della materia prima usata per produrre formaggi e yogurt, se il latte è stato munto, lavorato e confezionato nello stesso Paese. In pratica, se questi passaggi sono tutti avvenuti in una stalla italiana, sull’etichetta troveremo: Origine del latte: Italia. Lo stesso vale per altri Paesi di origine qualora le varie farsi di lavorazione siano avvenute tutte nella stessa nazione. Al contrario se fasi di lavorazione sono realizzate in paesi diversi (per esempio: munto in Italia, lavorato in Francia, confezionato in Spagna) sulla confezione dovranno essere riportate singolarmente le informazioni su “paese di mungitura”, “paese di condizionamento” e “paese di trasformazione”. Quando il latte di origine proviene da Paesi diversi in etichetta dovrà essere riportata la scritta: “miscela di latte di paesi UE”, oppure “miscela di latte di paesi non UE”. La stessa cosa vale per le altre fasi della lavorazione e quando il latte è usato come ingrediente dei prodotti lattiero-caseari.
Più liberi di scegliere
Con l’etichettatura di origine i consumatori potranno così scegliere un prodotto con maggiore consapevolezza, soprattutto i formaggi: “La metà delle mozzarelle sono fatte con latte o addirittura cagliate provenienti dall’estero – sottolinea ancora Coldiretti – ma nessuno lo sa perché fino ad ora non era obbligatorio riportarlo in etichetta”. L’obbligo di indicare l’origine in etichetta garantisce anche l’identità di ben 487 diversi tipi di formaggi tradizionali che sono censiti a livello regionale territoriale e tutelati perché realizzati secondo regole tramandate da generazioni e permettono anche di sostenere la biodiversità delle razza bovine allevate in Italia.